

La fase 2, partita il 4 Maggio 2020, sta portando ad una progressiva riapertura delle aziende che, al fine di adeguarsi alle regole riportate sulla G.U. dell’11 aprile 2020 e ad ulteriori indicazioni degli enti preposti, dovranno intraprendere alcune iniziative per aggiornare e implementare le normali procedure.
Al fine di comprendere al meglio alcuni dettami imposti dalla normativa, rispetto all’obbligatorietà di una quotidiana pulizia e disinfezione, è doverosa una nostra premessa sulla natura del Sars-Cov 2 che renderà chiaro il rapporto tra virus e batterio.
Il Sars-Cov 2 infatti, come tutti i virus, è un’entità biologica dai connotati di parassita obbligato, in quanto si replica esclusivamente all’interno delle cellule ospitanti di qualsiasi organismo abbia una forma di vita. Una volta legato alla membrana della suddetta cellula attraverso dei recettori, penetra all’interno della stessa, liberando il proprio genoma DNA o RNA, necessario alla replicazione. Tra gli organismi viventi che lo accolgono si intendono ricompresi i batteri che, proprio per questo motivo, andranno quotidianamente rimossi dalle superfici.
Sanificare e subito dopo far accertare in Laboratorio l’eliminazione della carica batterica, confermerà di aver svolto al meglio il trattamento, dando, sulla base di quanto descritto in precedenza, la ragionevole certezza di aver debellato l’habitat naturale nel quale i virus si riproducono. Con una analisi più approfondita per la ricerca del Coronavirus (effettuata in PCR – Real Time), sarà poi possibile verificare sulle superfici ritenute a maggior rischio, l’assenza specifica del Sars-Cov-2 responsabile della malattia denominata Covid-19.
La validazione dell’avvenuta sanificazione e l’adeguatezza delle condizioni igieniche quindi, si avrà solo con la conoscenza dei livelli della contaminazione microbica e della tipologia dei contaminanti rinvenuti sulle superfici sanificate.
Il monitoraggio e la conta dei microrganismi e dei virus può avvenire tramite prelievi e determinazioni analitiche su tamponi che possono essere eseguiti anche su superfici difficili come rubinetti, tastiere, prese elettriche, maniglie, porte, ringhiere, scale.
Con il kit-test assemblato dalla Chimic Lab ogni azienda potrà effettuare il campionamento in autonomia, e permettere al Laboratorio di valutare e controllare il rischio virale sulle superfici degli ambienti lavorativi scongiurando così la diffusione di questi agenti biologici attraverso la verifica dell’efficacia degli interventi sanificatori (INAIL 2017, La contaminazione microbiologica delle superfici negli ambienti lavorativi).
E’ quindi chiaro il perché, nei vari rapporti dell’ISS si richiede alle aziende di predisporre una formazione ed un addestramento del personale per la corretta adozione delle misure di prevenzione e per l’esecuzione di un’idonea sanificazione, che potrà essere svolta anche con risorse interne, purché si osservino le giuste procedure.
Secondo la norma, la pulizia e disinfezione delle superfici nelle aree comuni di aziende, uffici o negozi dovrà essere ripetuta due volte al giorno, con modalità indicate da:
- documento tecnico INAIL 2017 e s.m.i.;
- documento tecnico INAIL Aprile 2020;
- circolare Ministero della Salute 09 Aprile 2020 e s.m.i.
Qualora intervenissero casi di positività al Covid-19 negli ambienti di lavoro, la sanificazione degli spazi dovrà obbligatoriamente essere effettuata da ditte autorizzate a svolgere tale attività.
Per dar modo alle aziende di uniformarsi alle sopravvenute esigenze (con nota n. 149 del 20/04/2020), l’INL ha emanato una check list che stabilisce con esattezza le regole. Verranno controllate a campione, dall’ispettorato del lavoro, le seguenti attività:
- modalità di accesso in azienda;
- modalità di accesso dei fornitori esterni;
- pulizia e sanificazione in azienda;
- precauzioni igieniche personali;
- disponibilità di protezioni individuali;
- gestioni spazi comuni (mensa, spogliatoi, distribuzione bevande);
- organizzazione aziendale riguardo la turnazione smart working;
- gestione entrata uscita e spostamenti interni dei dipendenti;
- corsi di formazione e riunioni a distanza;
- corso di formazione specifico sul nuovo rischio biologico;
- gestione di una persona sintomatica in azienda;
- sorveglianza sanitaria, medico competente e RLS;
- aggiornamento del protocollo di regolamentazione.
Le stesse attività, secondo la nota 89/2020 dell’INL, dovranno essere descritte su un’integrazione del DVR. Questa integrazione dovrà attestare l’adozione di un piano di misura di carattere tecnico, organizzativo e procedurale con supporto del medico competente e dell’RSPP con la consultazione del RLS per la valutazione del rischio biologico.
Nel caso di inosservanza di una delle regole, le eventuali non conformità saranno trasmesse direttamente alle prefetture che adotteranno provvedimenti nei confronti delle aziende (compresa la sospensione momentanea dell’attività).